Patriota e uomo politico italiano. Durante gli studi e l'esercizio
dell'avvocatura a Firenze, si formò e manifestò idee repubblicane.
Nel 1848 partecipò ai moti veneti per la difesa di Venezia ed in questa
città animò, con Sirtori, Maestri ed altri, un circolo che si
opponeva da sinistra alla politica di Daniele Manin. Per questo motivo fu
espulso e tornò a Firenze dove, per alcuni mesi, diresse "La Costituente
Italiana", organo dei repubblicani toscani che, criticando la cautela della
linea Montanelli-Guerrazzi, sollecitavano l'unione del Granducato di Toscana
alla Repubblica romana. Durante la fuga del granduca da Firenze, fu ministro
della Guerra e degli Esteri nel Governo Guerrazzi, ma al rientro del sovrano fu
costretto all'esilio. Recatosi a Londra diventò membro del Comitato
nazionale italiano ma presto entrò in conflitto con l'intransigenza
mazziniana e, pur conservando idee repubblicane, fu contrario ai moti milanesi
del 1853 e genovesi del 1857. Nel 1859 combatté coi Cacciatori delle Alpi
e, dopo l'armistizio di Villafranca, fu deputato nell'assemblea toscana e vi
sostenne l'unione con il Piemonte. Fu deputato anche nel Parlamento subalpino e,
pur non avendo partecipato alla spedizione dei Mille, fu chiamato in Sicilia da
Garibaldi e, come prodittatore dell'isola, convocò l'assemblea siciliana
ed organizzò il plebiscito del 1860 per la fusione con Napoli. In seguito
fu eletto più volte deputato e, avvicinandosi progressivamente alle
posizioni della Destra, fu ministro dei Lavori Pubblici (1867-69), prefetto di
Napoli (1872-76) e dal 1896 senatore (Barga, Lucca 1819 - Montecatini Val di
Nievole, Pistoia 1902).